Musei a cielo aperto – 3 luoghi da visitare quest’estate!

In occasione della pausa estiva, come augurio di buone vacanze, vi proponiamo tre siti in Italia dove poter fare una gita stimolante, anche in compagnia dei vostri figli o nipoti.

I luoghi da visitare che vi consigliamo sono tutti luoghi in cui arte, natura e architettura convivono, dando vita a spazi suggestivi, di grande stimolo per il visitatore grande o piccolo; luoghi in cui scoprire come “creazioni contemporanee contribuiscono a qualificare lo spazio aperto – il paesaggio naturale – creando con il contesto un legame imprescindibile” (Caotorta 2007).

In Italia sono diversi i musei all’aperto di questo genere, diffusi su tutto il territorio; noi suggeriamo tre luoghi che ci sembrano particolarmente interessanti:

Il sito prevede diverse aree di visita. Il primo è il Percorso ArteNatura che consiste in una passeggiata lungo un sentiero immerso nel bosco dell’incontaminata Valle di Sella. Lungo la passeggiata di quasi due chilometri si incontrano le opere di artisti che, da oltre trent’anni, creano installazioni e sculture con i soli materiali presenti nel bosco: sassi, fogli, rami intrecciati, tronchi, terra. Le opere così create sono esse stesse oggetti della natura e come tali il tempo le trasforma, le consuma, restituendole all’ambiente che le ospita.
Il secondo itinerario, nell’area di Malga Costa, è un parco con diverse opere d’arte, tra cui la Cattedrale Vegetale e il Teatro di Sella “Il Cubo”.

Il concetto di fondo di questo museo all’aperto è il ritorno alla natura che è fonte di ispirazione, con i suoi suoni, i suoi colori, i suoi odori, ma anche materia da plasmare per opere che non vogliono imporsi sull’ambiente che le circonda, ma fondersi con esso.  In questa chiave si manifesta la speranza del ritorno ad un’architettura più “naturale”, che viva in sinergia con l’ambiente senza eccessive contaminazioni.

Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico ispirato alle figure degli arcani maggiori dei Tarocchi, ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle.  Costruito a partire dal 1979 dall’artista e da diversi altri nomi famosi dell’arte contemporanea. Il parco è animato da 22 imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate. Contributo fondamentale quello del marito dell’artista Jean Tinguely che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro.

Evidente è il richiamo al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, che fu per l’artista fonte di ispirazione, così come fu significativa per l’ideazione di questo sito, la visita alle sculture del Giardino di Bomarzo.

Il parco stupisce i grandi e lascerà i visitatori più piccoli a bocca aperta, divertiti dalle grandiose statue, dai colori sfavillanti e dalla brillantezza dei materiali usati. Divertente è la visita alla casa che ospitò l’artista durante le fasi di realizzazione del parco, rivestita in tutte le sue parti come le sculture del giardino.

Vi segnaliamo, infine, che il padiglione di ingresso è stato ideato dall’architetto ticinese Mario Botta, in collaborazione con l’architetto grossetano Roberto Aureli: lo spesso muro di recinzione con una sola grande apertura circolare al centro, è filtro deciso tra il Giardino e la realtà quotidiana.

In questo caso più che di un museo all’aperto, si tratta di un’opera di land art celebrativa realizzata da Alberto Burri tra il 1984 ed il 1989 nella città vecchia di Gibellina, distrutta dal terremoto nel gennaio del 1968.

La nuova cittadina, ricostruita più a valle, lasciò per molto tempo le rovine del precedente paese sotto la luce del sole e dalla visita di queste rovine che nacque l’idea dell’artista:

«Quando andai a visitare il posto, in Sicilia, il paese nuovo era stato quasi ultimato ed era pieno di opere. Qui non ci faccio niente di sicuro, dissi subito, andiamo a vedere dove sorgeva il vecchio paese. Era quasi a venti chilometri. Una stradina tortuosa, bruciata dal sole, si snoda verso l’interno del trapanese fino a condurci, dopo chilometri di desolata assenza umana, ad un cumulo di ruderi. Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangere e subito mi venne l’idea. […] Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest’avvenimento. Ecco fatto
(Alberto Burri, 1995).

La forte suggestione che si prova percorrendo i solchi di questo immenso cretto, richiamo delle strade della cittadina di un tempo, è indescrivibile. Sebbene luogo della memoria, anche i più piccoli resteranno affascianti da questa imponente opera che, ai loro occhi, apparirà come una città fantastica, tutta da esplorare, un grande labirinto dove perdersi e ritrovarsi.

Per chi volesse arricchire ed ampliare il proprio itinerario estivo consigliamo “Arte Open Air. Guida ai parchi d’arte contemporanea in Italia”, un libro di Matilde Marzotto Caotorta sui parchi, i giardini di scultura contemporanea e le grandi collezioni di arte ambientale disseminati lungo la penisola italiana.